Marche. Massimo Teodori è nato a Force nelle Marche (Ap) il 9 settembre nell’anno della tigre da famiglia
borghese civile ed operosa. E’ per questo che il suo numero magico è il 9
con cui tenta la sorte alla roulette. Suo nonno è stato deputato
liberal-giolittiano di Ascoli Piceno dal 1903 al 1919. Suo padre,
avvocato, liberale antifascista, è stato presidente della provincia su
designazione del Cln ed ha ricoperto altre
cariche pubbliche nell’immediato dopoguerra. Dai 15 ai 18 anni ha
viaggiato per l’Europa con l’autostop e gli Ostelli della gioventù
familiarizzando con il nuovo, il diverso e l’imprevisto. Dal 1957 vive a
Roma dove si è laureato in architettura con Bruno Zevi e Ludovico Quaroni
con i quali ha collaborato all’università di Valle Giulia. Ha ricoperto
responsabilità nazionali nella politica universitaria dell’Ugi effettuando un effervescente tirocinio.
America. A metà dei Sessanta
ha soggiornato a lungo negli Stati Uniti come scholar in diverse università (New York,
Philadelphia, Berkeley) compiendo una straordinaria esperienza che gli ha
consentito di penetrare nelle vene profonde di una nazione che stava
attraversando anni tumultuosi e creativi. Il suo primo libro New Left Usa, pubblicato a New
York nel 1969, testimonia la capacità di cogliere quanto di politicamente
e culturalmente nuovo stava maturando in quella nazione all’avanguardia
dell’occidente. Dopo il rientro in Italia, all’inizio degli anni
Settanta, ha avuto un fantasmagorico incidente stradale su una spider Triumph Spitfire che, tra
un ospedale e l’altro, lo ha indotto a meditare sulla precarietà umana e
lo ha sospinto a concepire una discendente nata nel 1974 che ha preso il
nome di Raissa. Il suo corpo porta il segno delle molte rappezzature
anche se non lo dà da vedere.
Dal 1971 è stato nominato docente di Storia americana,
e nel 1979 vince il concorso ad ordinario presso la facoltà di Scienze
politiche dell’Università di Perugia. In Italia ha inoltre insegnato
discipline storiche alla Luiss di Roma e alla John Hopkins University di Bologna e, negli Stati Uniti, a
Berkeley Cal., alla Columbia Ny, e ad Harvard,
Cambridge, Mass.
Radicale. Ha fatto politica
fin da adolescente ma non è mai divenuto un “professionista
politico”. Tra i fondatori del primo (1955) e del secondo
(1962) Partito Radicale, ne è stato per trent’anni uno dei principali
esponenti di osservanza liberaldemocratica fino a quando, nel 1990, il Pr
è stato dissolto per essere trasformato in “Lista Pannella”. Essere stato
così a lungo, insieme al primitivo gruppo storico radicale, compagno di
Marco Pannella ed averne condiviso con passione molte idee, non gli ha
impedito di scrivere a conclusione del libro Marco Pannella, un eretico
liberale nella crisi della Repubblica che “Verrebbe la voglia di
osservare che il peggiore nemico di Pannella è Pannella medesimo”. E’
stato deputato e senatore dal 1979 al 1992, ha svolto un’attività
parlamentare intensa divenendo protagonista apprezzato specialmente quale
membro delle commissioni di inchiesta: “Sindona”, “P2”, “Antimafia” e
“Stragi e terrorismo”. E’ singolare come in quegli anni, mentre svolgeva
rigorose indagini sul malaffare della Repubblica, è stato prescelto da
personaggi equivoci incontrati nelle inchieste parlamentari come
confessore su eventi oscuri della Repubblica.
Mal
d’inchiostro. Ha
scritto una quarantina di libri di saggistica e
storia, forse troppi. Ha cominciato con un saggio su Architettura e città in Gran Bretagna (1967) che lascia la
traccia della sua formazione da architetto. Ha avuto un precoce successo
con la pubblicazione negli Stati Uniti e in Gran Bretagna di New Left: a Documentary
History (1969), un best seller definito dal
“New York Times” The book of the Day, tradotto in Italia da Feltrinelli. In
seguito sono apparsi per gli editori maggiori un’ininterrotta serie di
volumi più o meno fortunati. All’americanistica appartengono i best
seller Maledetti americani, Destra,
sinistra e cattolici: storia del pregiudizio antiamericano (2002) e
Benedetti americani: Dall’Alleanza atlantica alla guerra al
terrorismo(2003), quindi Il sistema politico americano (2003),
Raccontare l’America. Due secoli di orgogli e pregiudizi (2005) fino
a Obama il grande (2016). Tra i
volumi di inchiesta si possono ricordare, tra gli altri, La banda Sindona (1982), P2, la controstoria (1986), Vaticano Rapace (2013), e Complotto come i politici ci ingannano
(con M. Bordin, 2014).
Carta stampata e voce radiofonica. Negli anni Settanta
ha fondato e diretto le riviste ”La Prova
Radicale”(1971-73) e “Argomenti
radicali” (1976-1980), palestre del gruppo dirigente del nuovo
radicalismo italiano. Ha scritto per una quantità di testate di cui è
difficile ricordare il nome a partire da “L’Astrolabio” di Ferruccio
Parri ed Ernesto Rossi negli anni ’60, proseguendo poi con “Il Mondo”,
“L’Espresso”, ”Panorama” e “Prima Comunicazione”
dove ha tenuto per vent’anni una rubrica
dedicata a giornalismo e politica. Ha collaborato ai grandi
quotidiani nazionali tra cui “Il Manifesto” di Parlato, “la Repubblica”
di Scalfari,
il “Corriere della Sera” di De Bortoli e “La
Voce” di Montanelli, ed è stato editorialista de “L’indipendente” di
Feltri, “Il Giornale” di Cervi e Belpietro, “Il
Messaggero” di Anselmi e poi dal 2016 di Cusenza,
“Il Tempo” di Arditti e “il Sole24Ore
domenica”.
Viene spesso
intervistato da radio e tv nazionali ed estere, in particolare sulla
storia e la politica americana. Polemista noto per il rigore delle argomentazioni,
passate alla prova delle commissioni d’inchiesta parlamentari “Sindona”,
“P2” e “Antiterrorismo”, non ha mai ricevuto querele salvo, in tempi
remoti, dal segretario della Dc Flaminio Piccoli, dal presidente Ds
Massimo D’Alema e dal Pm Antonio Di Pietro, tutti casi brillantemente
risolti
Amicizia. Tiene in gran conto
la fedeltà. Fedeltà alle idee tanto da cadere talvolta nell’eccesso di
coerenza; fedeltà alle amicizie che sono uno stile di vita costante; e
fedeltà alle cose sì da renderlo noiosamente sistematico. Ciononostante
la vita di MT ha attraversato più volte dei nuovi inizi che hanno
disordinato le abitudine del passato. Dapprima è stato un giovane
brillantemente immerso nell’architettura che ha abbandonato per dedicarsi
ad attività politiche e intellettuali. Quindi ha scritto e insegnato
all’università per un decennio fino a quando, eletto in Parlamento, si è
dedicato toto corde alla battaglia politica radicale lasciandone una
visibile traccia in sede istituzionale. Uscito dal Senato si è proiettato
da opinionista sulla stampa nazionale, impegno che non ha impedito quella
laboriosità editoriale che ha prodotto un libro l’anno. Cambiare così
tante volte l’attività, ha stimolato curiosità e interesse per uomini e
cose sempre nuovi e diversi
Vergine. MT vive da single in
una casa-barca a tre piani con terrazze sul foro Traiano a Roma. Le
numerose scale forse lo spingeranno ad abbandonare la prediletta magione.
Sembra che il suo segno, la Vergine gli abbia
conferito un indelebile ritmo di precisione e concretezza, pur se non
sono poche le smagliature di cifra opposta. Si dice che sia stato
architetto, ma chissà se è una leggenda. Ha una figlia storica e
archivista, l’amata Raissa, che pur
irrimediabilmente low profile,
dalla biblioteca del Senato ha percorso tutte le tappe che l’hanno
portata al vertice dell’Associazione internazionale dei bibliotecari
parlamentari (Ifla). Tanti anni fa ha adottato il piccolo e
delizioso gatto Leo che l’ha considerato come un genitore ma poi è
dolorosamente scomparso per cui si è preso la cuccioletta Tea che sta
invecchiando coccolata nell’empatia del padre-padrone.
Giro d’Italia. Come mai un
attempato signore percorre, anno dopo anno, l’intera penisola per
festival, incontri, dibattiti e presentazioni, in occasione della
pubblicazione dei suoi libri? Certo, per promuoverli, ma non solo. La
verità è che un intellettuale (o pseudo-tale) con passione politica ha
bisogno di mantenere un rapporto con il pubblico per placare la febbre di
protagonismo (o di dialogo) che è connaturata a chiunque abbia assaporato
il gusto della bella politica come quella che MT ha praticato fin da
giovanissimo come esponente radicale. Ha ricevuto molti premi per i suoi
libri tra cui “Giacomo Matteotti- presidenza del consiglio”, “Roma”,
“Saint Vincent”, “Estense”, “Ignazio Silone”. Uno dei riconoscimenti più
graditi è stata nel 2004 la Menorah d’oro, la prima
assegnata a un italiano, per avere ideato e realizzato l’Israele Day
Per la democrazia laica. Non si è mai stancato di propugnare
con indefessa monotonia una forza laico-liberaldemocratica-socialista
libertaria che un tempo veniva definita “terza forza”, alternativa al
mondo comunista e al moderatismo democristiano. Correva l’anno 1955
quando, giovanissimo, inviò una lettera al settimanale laico “Cronache”
progenitore de “L’Espresso”: “… Tutti gli esponenti della sinistra laica
sono d’accordo che il costituendo blocco di centro-sinistra di
ispirazione newdealista debba avere una funzione
politica moderatrice nell’inevitabile incontro tra forze cattoliche e
socialiste. La nuova formazione, che si può paragonare alla nouvelle gauche che
si sta formando in Francia per merito di Mendès-France
raccoglierebbe le diverse tradizioni liberale democratica, socialista
riformista e repubblicana”. Di lì a poco nacque il primo Partito radicale
che poteva quel progetto se la sua disgregazione perseguita trent’anni
dopo dal narcisista
Pannella non avesse fatto svanire quello che, forse, era
solo un sogno. Ecco la ragione per cui, dopo la stagione politica, ha
rinverdito la memoria e la storia dei democratici-laici con una serie di
libri tra cui: I nuovi radicali
(1979, con A.Panebianco e P.Ignazi),
L’anticomunismo democratico in
Italia. Liberali e socialisti
che non tacquero su Stalin e Togliatti (1998), Marco Pannella, un eretico liberale nella crisi della Repubblica
(2000), Nicola Matteucci, liberale
scomodo (2007), Storia dei laici nell’Italia clericale
e comunista (2008), Contro i
clericali .Dal divorzio al testamento biologico (2009), Pannunzio, dal “Mondo” al Partito radicale:
vita di un intellettuale del Novecento (2010), Risorgimento laico (2011), Il vizietto cattocomunista (2015), e i carteggi Pannunzio-Salvemini e Pannunzio-Valiani.
Appassionato di gruppi e associazioni di intonazione
democratico-laica, nel 2011 ha costituito Italia libera, associazione
per la democrazia laica, liberale e socialista dopo aver promosso in
passato il Circolo Cecco d’Ascoli
per la libertà della cultura negli
anni liceali, l’Associazione
radicale per l’alternativa (anni ’70), Referendum per la
riforma e lista Referendum
(anni ’90), il Comitato per il
centenario Pannunzio (2010) e altri
raggruppamenti politico-culturali animati da propositi buoni ma forse
troppo idealisti.
“BoBo” o “Cumenda”?. Ha molti amici ed
amiche con cui trascorre il proprio tempo quando si affranca dal bunker
del suo studio sommerso da montagne di libri, giornali e carte d’ogni
tipo accumulati con maniaca sistematicità. Così, dopo molta sofferenza a
distaccarsi dalla valanga di ritagli, cartelline, fascicoli, quadernetti
e appunti, si è deciso a trasferire alcune centinaia di faldoni
all’archivio storico della Camera dei deputati nell’illusione che in
futuro qualche sparuto studioso potrà consultare le carte del Partito
radicale e della Nuova sinistra americana lì depositate nel Fondo
Massimo Teodori. Ama
passare i caldi mesi estivi nella fresca casa di campagna nella natìa Force dove affluiscono gli amici più cari in
una tranquilla e assortita compagnia. Vorrebbe imparare a fare belle e
lunghe vacanze, ma si annoierebbe presto. Di lui qualcuno ha scritto che
potrebbe essere definito un “BoBo” (Bourgeois Bohemien),
ma anche questo potrebbe essere un mito diffuso ad arte.Quando
nel 2015 il presidente Giorgio Napolitano gli ha conferito la medaglietta
da “commendatore dell’ordine della Repubblica”, si è interrogato che fare
dell’onorificenza da “cumenda” che nei film di
Totò connotava tipi di ben altro stile. Ma, infine, è stato felice del
riconoscimento proveniente da un Quirinale amico così che, quando indossa
la giacca blu, la guarnisce con la piccola cimice tricolore.